
BIOSHOCK
Viaggio in un nuovo mondo
La prima cosa che colpisce di Bioshock è sicuramente l’ambientazione che circonda il nostro personaggio, il quale dopo esser caduto dalla propria nave, in procinto di affondare, si ritrova a prendere appiglio al luogo più vicino a lui, una sorta di palazzo sul mare il quale lo porterà, tramite un ascensore, nelle profondità di Rapture.
Ed è dunque Rapture il mondo sottomarino nel quale il nostro character si muove, città costruita da Andrew Ryan, il quale ha abusato, anni dopo la sua creazione, di un materiale chiamato Adam, capace di modificare geneticamente la popolazione e di renderla aggressiva, cosa che il gioco ci dimostrerà fin dal nostro primo incontro con un membro del luogo.
Sostanzialmente, Bioshock si mostra a noi come gioco d’avventura in prima persona (più avanti spiegherò perché), visto che le ambientazioni sono uno spettacolo (e la creazione di questo mondo è il vero punto di forza del videogioco), e l’impatto narrativo è estremamente positivo, in quanto la storia è raccontata benissimo e sa prendere più che mai.
Purtroppo, lo targo più come gioco d’avventura che come shooter o come gioco d’azione, proprio perché il suo anello debole sono i combattimenti che si hanno con la gente del luogo. Nonostante siano comunque avvincenti e tutto il resto, gli scontri coi boss sono senza dubbio privi di quel tocco che serve ad un fps per essere un buon rappresentante del proprio genere, e la popolazione di Rapture, per quanto intelligente ed agguerrita, non risulta estremamente difficile da abbattere. I veri e propri scontri si avranno con i Big Daddy, i quali proteggono le sorelline, fondamentali per potenziare l’Adam e dunque di potenziarsi maggiormente (se si deciderà di prosciugarle), o per aumentare solo leggermente il proprio adam (se si deciderà di salvarle), e in base a cosa si deciderà di fare nel corso dell'avventura, si potranno ottenere diversi finali. Gli scontri con i Big Daddy risultano effettivamente una delle parti meglio realizzate del gioco: non sono mai monotoni e sono estremamente avvincenti. Sono scontri intelligenti, nel senso che bisogna scegliere una tattica buona e un luogo di copertura affidabile, e al minimo errore si possono subire estremi danni.
Tuttavia, Bioshock presenta, oltre a quelli predetti, anche altri fattori che lasciano un po’ l’amaro in bocca: il primo di questi è senza dubbio il backtracking, richiesto chiaramente per aumentare la longevità del gioco; il secondo è il metodo di aggiramento dei sistemi elettronici se si vuole evitare di pagare degli oggetti oppure per aggirare robot in grado di aiutarci nei combattimenti: per aggirare bisogna comporre un puzzle mai troppo semplice e spesso noioso, che ci costringe al 90% dei casi se non si è piuttosto rapidi ed esperti, a comprare a costi più elevati i bisogni di cui necessitiamo; ultimo ma non meno importante, la scelta delle camere della vita: sono fondamentali per il prosieguo del gioco e sicuramente molto comode, che si giochi a modalità facile, media o difficile. Tuttavia, le camere della vita (posizionate senza dubbio in posizioni un po’ scomode, e non molto strategiche) ci faranno rivivere se non utilizzeremo un kit medico (estremamente facile da trovare, solitamente se ne trovano sempre uno o due per stanza, il che semplifica le cose) in tempo, prima di morire in uno scontro diretto. Potrete pensare, “perché scomode? Mi sembrano un’ottima alternativa al solito ricominciare il livello dall’inizio”. E invece questo rende il gioco meno avvincente, perché rende le cose talmente più semplici che non c’è il gusto di trovare la sfida nel combattimento. Fa perdere tanto di quel pepe, che neanche si può immaginare.
E senza dubbio questi sono i pregi e i difetti di Bioshock, sicuramente uno dei migliori titoli per ps3 e xbox360. Peccato per questi futili errori, che peccano sull’impatto positivo che dà il gioco senza però rovinarne (totalmente) la sostanza.
Il box delle Armi
Per muoversi in Rapture, è fondamentale avere una preparazione, oltre che psicologica, per così dire “fisica”. Saper utilizzare le armi ed evitare di sprecare munizioni contro nemici semplici è fondamentale, poiché non si può mai sapere quando si incontrerà un Big Daddy o un boss. Oltre alle armi da scontro diretto quali coltelli, chiavi inglesi eccetera, si possono trovare armi da fuoco di tutti i tipi e soprattutto, grazie all’Adam, si possono utilizzare poteri spaventosamente utili chiamati plasmidi. Potrete scaricare contro l'avversario potenti fiammate o scariche elettriche, o persino si possono rimandare indietro i colpi degli avversari come bombe, o si possono lanciare contro gli avversari sedie e altri oggetti utili. Possiamo quasi considerarli dei poteri speciali, utilizzabili grazie all’Adam. Ecco perché è importante risucchiare le sorelline. È l’unico modo per procedere nel difficile mondo di Rapture.
Grafica: 9
Sonoro: 9
Gameplay: 8
Longevità: 8
Totale: 9
Giudizio Finale:
Bioshock non è proprio l’esempio migliore di first person shooter, è vero, ma è sicuramente un ottimo gioco d’avventura pieno di combattimenti, poteri speciali straordinari e avvenimenti stupendi. La potenza narrativa è sorprendente, fluida ed interessante, tanto che si proseguirà nel gioco tanto per esplorare l’incredibilmente enorme mondo di Rapture che per andare avanti nella storia. Tuttavia gli errori presenti nel gioco come il pesante e ripetuto backtracking non sono da valutare con estrema superficialità, in quanto non minano una base solida e ben strutturata, ma di certo rovinano parzialmente il gioco, tanto che è un peccato non poterlo nomenclare come capolavoro.