lunedì 11 gennaio 2010

BATEN KAITOS (GameCube)

Per Nintendo Gamecube, pochi sono i giochi ad aver avuto successo sotto il genere dell'rpg, o in ogni caso in generale ce ne sono sempre stati molti meno rispetto alla miriade di titoli - di cui grandissima parte validi - per la console rivale targata Sony.
Ufficialmente, uno dei giochi sicuramente che si sono imposti sul mercato con maggior successo è Baten Kaitos, un rpg prodotto da Monolith Soft (Xenosaga è tra i suoi titoli più conosciuti) e pubblicato da Namco.
Il gioco presenta molte caratteristiche positive, le quali lo rendono sicuramente un gioco che, se fosse stato anche per PS2, avrebbe certamente fatto impazzire il pubblico, dando forse filo da torcere all'ancora imbattuto Final Fantasy X.

Le isole fluttuanti e le Magnus

La trama del videogioco non è sicuramente il suo punto di forza. In un mondo in cui gli uomini hanno abbandonato la terra per vivere in isole galleggianti (muovendosi grazie alle ali del cuore, ovvero delle ali che impareranno a emanare col loro spirito), il malvagio impero di Alfard, senza dubbio di orientamento espansionistico, crea scompiglio tra i più poveri e la popolazione generalmente, sopprimendo cruentemente i rivoltosi o in generale tutti coloro che gli si oppongono, che sia in modo pacifico o meno. Kalas non riesce a tirar fuori le ali, solo una. Il nonno, con cui viveva, gliene crea una meccanica. Tuttavia, lui, il fratello di Kalas e Kalas stesso vengono attaccati da guardie dell'impero, e solo Kalas sopravvive. Mosso da sentimenti vendicativi, Kalas decide di attacare l'impero e di distruggerlo, per vendicare il nonno e far tornare la pace in tutto il mondo. La trama come potrete capire non è proprio entusiasmante, e pecca da morire in originalità. A compensarla c'è un altro fattore molto interessante.
Il bello dell'avventura di Baten Kaitos, oltre a una particolarmente buona caratterizzazione di tutti i personaggi che man mano che andrete avanti faranno parte del vostro party, è l'idea delle Magnus.
Le Magnus sono delle carte (non smettete di leggere! non si tratta di un yu-gi-oh) che vi permetteranno di innovare il vecchio sistema di combattimento a turni. Baten Kaitos mantiene un sistema di combattimento classicheggiante, con l'unica variante degli attacchi: solo quando pescherete carte d'attacco (o anche di difesa e magia e tutto ciò che caratterizza un combattimento) potrete compiere un'azione offensiva/difensiva. Questo rende i combattimenti più complessi, ma vi permette di giocare con un fight system innovativo ed insolito, che rende Baten Kaitos un rpg unico ed originale, nei suoi pregi e nei suoi difetti, pur sfruttando un'idea in passato già usata (quella appunto delle carte).
Le Magnus si possono trovare in giro per il mondo e sconfiggendo nemici. Un buon mazzo di Magnus vi permetterà di compiere attacchi più potenti. Solo così avanzerete nel gioco.
Il difetto sostanziale di questo fight system è che l'idea delle carte potrebbe non piacere ad alcuni, visto anche che in certe occasioni vi sarà totalmente impedito di attaccare (ma non per questo rinuncerete a compiere un'azione: potreste difendervi o attaccare magicamente). Pesa sul gioco, è vero, perché alcuni non lo apprezzeranno appieno, ma basta apprendere i vari comandi e capire come funziona per divertirsi di più.

The Spirit

Un'altra delle caratteristiche che rendono unico il gameplay di Baten Kaitos, è senza dubbio il ruolo del videogiocatore. Per implementare un maggiore interazione col videogioco stesso, il gamer non si troverà solo a muovere il personaggio principale (Kalas, di cui parleremo nel paragrafo successivo) del gioco, ma si troverà a impersonificare sé stesso come spirito guida, dando consigli al nostro personaggio giocabile e svolgendo quindi il doppio compito di spirito incorporeo e di personaggio stesso.
Una scelta senza dubbio particolare ed interessante, da considerarsi senza alcun dubbio un fattore positivo per quanto riguarda il gameplay in generale.
Lo spirito guida potrà compiere delle scelte per il personaggio, e fra parentesi è quello che sceglie le Magnus da utilizzare in combattimento. Avremo quindi noi in prima persona un vero e proprio ruolo, che va al di fuori dell'impersonificare un giocatore predefinito.

I personaggi principali

I personaggi che entreranno a far parte del vostro team sono sei: Kalas (col quale inizierete l'avventura sotto forma di suo spirito guida), Xelha (che si unirà a voi dopo pochissimo), Gibari (un guerriero caratterizzato da una potenza e da combo sublimi), Lyude (un nobile cavaliere servitore dell'impero), Savyna (ragazza allenata come macchina da guerra, ex soldato dell'esercito imperiale) e infine Mizuti (un mago dalle enormi capacità che veste sempre una maschera). I personaggi sono tutti e sei ben caratterizzati, utili nell'avventura ognuno con i suoi pregi e difetti, ma in ogni caso sono interessanti. Da dire sui primi tre che staranno nel vostro party non c'è molto, a differenza che per quel che riguarda gli altri tre: Lyude si rivolterà all'esercito dopo il genocidio di una popolazione, Savyna si unirà al gruppo di Kalas dopo che una misteriosa veggente le dirà di lasciare l'esercito imperiale e aspettare che avvenga il suo destino in una città (Anuenue) e Mizuti è un mago dei figli della terra, i più potenti maghi al mondo (lui è considerato il più potente). è il più misterioso e su di lui ci sarebbe veramente tanto da dire, ma poi andrei a fare dello spoiler libero, pertanto mi atterrò a dare le informazioni basilari, che ho appena fornito.
Oltre i personaggi giocabili e qualche boss, il resto dei personaggi non presenta le caratteristiche necessarie a fornirgli dello spessore, quindi vedere il gioco su questo frangente è un vero peccato. Un altro fattore negativo sono sicuramente le ambientazioni, che nonostante siano abbastanza belle visivamente, sono in realtà prive di spessore anch'esse e sostanzialmente non ci sono che i vecchi, classici posti da visitare in tutti gli rpg: castelli, boschi, e via dicendo.
Insomma, le ambientazioni e i personaggi restanti non ispiratissimi comportano un problema forse che non intacca particolarmente il gameplay del gioco, ma che lo rende senza alcun dubbio dal valore minore.

I difetti

Come per qualsiasi cosa, la perfezione non esiste. Ovviamente, come per tutti i videogiochi del mondo, non esiste un videogioco privo di difetti, e questo non fa differenza.
Principalmente, oltre il problema della poca ispirazione per personaggi non giocabili e ambientazioni, il problema di Baten Kaitos sta nel suo punto di forza, su cui fondamentalmente si regge il gioco: il fight system. Per quanto sia classicheggiante (e questo è ovvio che sia positivo per i fan old school), aggiunge un fattore che lo rende quasi per certi versi un card-game, e per chi non ha voglia di seguire un gioco il cui ritmo può essere ogni tanto spezzato dalla necessità di costruire un mazzo completo, di trovare carte rare, o di fondere carte per creare carte da combo sorprendenti, potrebbe ritenerlo decisamente noioso e lento. Inoltre, nonostante combattimenti siano sempre uno spettacolo a vedersi, chi detesta i giochi di carte non apprezzerà questa variante del vecchio stile di combattimento a turni. Sorprendentemente, Baten Kaitos dà veramente la possibilità di non farsi apprezzare per la struttura (innovativa e tutto il resto) che ha, e questo ovviamente pesa in modo decisamente negativo.
Per quanto riguarda il comparto tecnico in generale, Baten Kaitos è stato realizzato in modo decisamente buono, non raggiungendo di certo la perfezione, e neanche sfiorandola, ma senza dubbio rientrando in una categoria accettabile. Il gioco è diviso in due dischi nonostante non abbia un tempo di gioco particolarmente lungo, e il giocatore è accompagnato da una colonna sonora decisamente di alto livello.

Grafica: 8

Sonoro: 9

Giocabilità: 7

Longevità: 8

Voto Finale: 8

Giudizio Personale: Baten Kaitos è un gioco che non pecca in quanto a originalità, ma senza dubbio ha calcolato con poco interesse fattori importanti quali la qualità delle ambientazioni (poco ispirate) e dei personaggi. Il sistema di combattimento è decisamente originale e particolare, ma ha il suo rovescio della medaglia, visto che chiunque odi i card-game (anche se ama gli rpg) non si troverà a gustarsi questo capitolo. La realizzazione tecnica è decisamente buona. L'idea di combattere l'impero è un qualcosa che lascia l'amaro in bocca visto che ricorda le trame di tantissimi altri videogiochi. Per certe scelte, Baten Kaitos è un capolavoro d'originalità. Per altre scelte, è il solito rpg trito e ritrito.

Marco Cevoli

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